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Parlando dell’Artista
Naturalismo non descrittivo; Campo invece di ricerca e di riferimento nel rapporto dialettico tra l’artista e i luoghi e le cose rivisitate senza inganni reciproci, senza veli. La verità nuda e cruda, trasfigurata nei moduli di un’arte tesa a trascendere gli aspetti particolari ed elementari della realtà. Stile figurativo ma non calligrafico, che più astratto si direbbe appena si spinga lo sguardo al di là del semplice dettaglio. Bisogna penetrare con sufficiente capacità ricettiva nella tela per tornare a capo di segni ed anche di simboli e magie in grado di restituirci pienamente un clima irripetibile, una situazione poetica, un sentimento di vita che si respirano nell’onda fresca dei colori e delle forme raddensate.
Leonello Farinacci, Avezzano, 1981
La sua pennellata, il suo incedere pittorico, ì suoi accostamenti chiaroscurali, appaiono come le parole di racconto che spesso si fa poesia, poi si fa favola, poi ancora colloquio con tutto ciò che viene “catturato” dalla sensibilità di Albino per subire la magia della trasfigurazione artistica. Albino Moro sostanzialmente si qualifica come artista capace di dare anima alle cose e ai pensieri della quotidianità umana. E in ciò sta la sua verità.
Romolo Liberati, Avezzano, 1981
Albino Moro, anche negli anni scorsi, dipingeva con una maniera tonale, vale a dire opere basate sul risalto del colore, e quindi più o meno omogenee e unitarie, senza bruschi sbalzi di tinte o forti contrasti fra zona e zona del singolo dipinto. Si ricorda, al proposito, un “interno”, visto per masse, ricerche di accumuli plastici in relazione a quello che si dice comunemente “colore locale”. Adesso si notano, nell’impianto generale, momenti aggregativi più stretti e aderenti (magari si arriva al monocromo). Ciò è giustificato dalla tematica cui egli si rivolge: l’Africa- Deserto del Sahara. In effetti, rocce e deserti dì quelle particolare regione africana si presentano pressoché uniformi; polvere, sabbie, pietra, attraverso il corso dei millenni e le stratificazioni geologiche hanno assunto una colorazione “unica”. I quadri di Albino Moro mantengono i ricordi dì certi posti ora in sintesi, ora in analisi, rifacendosi agli impasti cromatici caldi proprio del soggetto.
Aleardo Rubini, Pescara, 1987
Carlo Fabrizio Carli
E’ un percorso pittorico quarantennale quello che documenta la presente rassegna antologica di Albino Moro; un itinerario appartato, segreto perfino; ma costantemente perseguito...
Giuseppe Giannantonio
Dire che l’arte si nutre di suggestioni è affermare un principio talmente scontato che si copre della più trita ovvietà. Ma quando ci si imbatte in una esperienza, come quella vissuta da...
Claudio Perolino
Pur essendo un artista moderatamente materico garze, polveri, terre e sabbie sono i suoi materiali di scrittura, i suoi inchiostri - nelle opere di Albino Moro persiste, onestamente...


